Progetto

Pazzo chi joca e pazzo chi nun joca, dicono i napoletani, per ricordare a sé stessi e al mondo che astenersi dall’azzardo di una vita piena è da matti tanto quanto rischiare… e Gianluca D’Agostino sceglie di fare di questo adagio la propria cifra, svoltando in contropiede verso un’idea di ristorazione più inclusiva, ma rigorosa.

Dopo aver portato la stella Michelin nel cuore di Napoli e dopo undici anni di successi, Gianluca d’Agostino dà corpo e sostanza alla fantasia di una vita, con un progetto in divenire che mette al centro di tutto la verità dell’esperienza e il valore conviviale del cibo, del vino.

Fuori, grandi portali in lamiera sotto un’insegna essenziale e un maniglione rosso che si offre alla curiosità, come una promessa. All’interno, effetti luminosi e cromatici dicono dell’anima vivida di JOCA, mentre l’ampio tapas bar, un lungo divano rosso e alte sedute suggeriscono una fruizione rilassata, senza obblighi di dress code.

Specchi dicroici creano sfumature dinamiche, diverse ad ogni sguardo, mentre ampie cortine in alluminio dai colori vivaci giocano con il vuoto, come sospese tra pareti in malta cementizia e soffitti scuri. E poi, legno e ferro, elaborati dalla maestria di artigiani napoletani: una grande lanterna in vetro rosa per i vini, il lunghissimo bancone in massello di frassino olivato, tavoli e

A Chiaia, tra boutique storiche e botteghe artigiane, prende vita una piccola, grande rivoluzione nel modo di intendere la ristorazione fine dining. Napoli, JOCA!

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